Ancora una volta sono a tradurre un testo di Wayne Muromoto Sensei, tratto dal suo Blog "Classic Budoka", in questo caso si tratta di un testo che si ricollega in parte a quanto scritto da me in un altro post che potete trovare qui : "cosi' bravi da sembrare magia" ,
Sono perfettamente daccordo con quanto scritto da Muromoto Sensei, e trovo rassicurante e piacevole che quando mi interrogo sulla mia pratica, andando a rovistare nei vecchi articoli scritti da lui, io riesca a trovare una risposta o un intuizione che mi aiuta ad andare avanti.
In più è assolutamente chiaro che, sebbene Muromoto Sensei si riferisca all'arte dello Iaijutsu, le sue considerazioni si possono estendere alla pratica di qualunque scuola tradizionale (Koryu) il cui studio si basi sui Kata.
Distribuiro' questo testo ai miei allievi, sapendo che vedranno ciò che ci vedo io.
come sempre, vi invito a commentare o a comunicarmi i vostri pensieri, ogni commento o discussione che nasce da questo blog concorre a rendermi migliore.
il testo originale potete trovarlo qui:
LA PRATICA NON NECESSARIAMENTE RENDE PERFETTI
103. Practice Does Not
Necessarily Make Perfect
October 17,
2013
(nota: Inizialmente questa nota era
indirizzata ai miei allievi prima di un allenamento nello iai)
Una Nota sull’allenamento:
Ultimamente ci siamo focalizzati sulle Basi, ripassando le forme in
seiza del livello shoden molte e molte volte.
C’è un ragione per questo, non sono soddisfatto delle nostre basi.
In tutte le arti di combattimento asiatiche c’è una forte enfasi sul
raggiungere una particolare perizia nella ripetizione di forme (kata), ma in
nessuna quanto nello iai.
Siccome nello Iai non esistono competizioni e gare che pongano uno contro l’altro due praticanti (sebbene qualche organizzazione giapponese ne abbia istituito qualcuna nell’ultimo periodo), l’unico modo per valutare la capacità è attraverso la perfezione della forma.
Siccome nello Iai non esistono competizioni e gare che pongano uno contro l’altro due praticanti (sebbene qualche organizzazione giapponese ne abbia istituito qualcuna nell’ultimo periodo), l’unico modo per valutare la capacità è attraverso la perfezione della forma.
L’enfasi su questo punto è divenuta tale che perfino i più appassionati di
Koryu ammetteranno che guardare lo Iaido è eccitante tanto quanto guardare l’erba crescere o la vernice asciugarsi perché, alla fine, è
solo praticare la stessa Forma innumerevoli volte..
Comunque questa è proprio la ragione per cui enfatizzo tanto il lavoro
sulle basi di tutti noi, me compreso, perché la Forma corretta è ESTREMAMENTE
importante nello IAI.
Quando si studia una particolare Ryu o Ryuha si sta praticamente
cercando di raggiungere un livello adeguato di “forma”, la quale indica che si
è in linea con un certo modo di eseguire un Kata, cioè una sequenza di
movimenti concatenati. Ci sono
variazioni fra un Dojo ed un altro, e da un insegnante all’altro,
ma esistono dei punti fermi che
dichiarano che “ci sei” o meno, puo’ essere il timing, può essere l’angolo del
Chiburi o quello del taglio della spada.. e questo è già un passo oltre la
semplice ripetizione di ogni singolo gradino della procedura.. questo è la
lucidatura dei gradini e l’instillare in essi il modo particolare con cui TU ti
muovi con la spada in mano.
Quando inizi
ad “esserci”, il tuo lavoro con la spada inizia ad assumere una vera personalità.. la tua,
naturalmente, ma anche quella del Ryu che stai praticando. Questo
bilanciamento, questa tensione fra il carattere dell’individuo e le
caratteristiche della scuola è il più complesso e duro da raggiungere da
principiante.
Quando si
inizia lo Iai tutto sembra casuale ed arbitrario, ma quando si progredisce e si
osservano altre Ryu si arriva a realizzare che ci sono ragioni implicite per
cui le cose vanno fatte in un certo modo e perché in altre scuole lo fanno in
modo differente, si inizia ad afferrare le differenze in timing, tecnica e
Kamae (atteggiamento-postura)) mentale.
Quello che
avete cercato di fare praticando per mesi, è stato cercare di rompere il blocco
mentale, in qualche modo interiorizzando la sensibilità del Ryu nella vostra, e
di ricondurre quello che il vostro corpo e la vostra mente sembrano volere ai
metodi del Ryu.
Magari vi
viene da piegare le spalle, o di lasciarle ciondolare, perché è la postura che
avete avuto per tutta la vita, o il vostro corpo cerca di usare la forza delle
spalle e delle braccia invece che quella dei fianchi. Dovete scientemente,
mentalmente obbligarvi ad eseguire le correzioni. D’altra parte dovete anche
eseguire le connessioni col vostro corpo, forzandolo a muoversi in un certo
modo quando pratica il kata. E ci saranno vecchie abitudini nel vostro corpo che dovrete
spezzare.
Dovete
vedere quello che va fatto, interiorizzare il concetto nella vostra mente ma
dopo dovete trasferire questo movimento al corpo ed un sacco di cose possono
incasinare questo apparentemente semplice processo
Lo studio di
un KORYU è praticamente solo questo: rompere le proprie abitudini e cercare di
istituirne di nuove e, si spera, migliori.
Di certo non succede in una notte, ci vogliono anni di allenamento, ma l’allenamento
senza attenzione o autocorrezione non serve a migliorare. State semplicemente
rinforzando le cattive abitudini e rendendole più difficili da spezzare.
Mi pare
fosse stato il leggendario allenatore di calcio Vince Lombardi che disse “La
pratica non rende perfetti, solo la pratica perfetta rende perfetti”
Quello che
intendeva che, sebbene possiate mettere un sacco di tempo e sforzo nel’allenamento,
se vi state allenando nel modo sbagliato non migliorerete, sarete solo migliori
a fare cose sbagliate.
Pertanto per
poter apprendere dall’allenamento dovrete essere coscienti dei vostri errori e
cercare di correggervi, cercando di ripetere sempre il kata senza essere mai
contenti di come lo state facendo, considerandolo da ogni angolo, correggendo
ogni piccolo errore cercando di raggiungere il modello di kata mostratovi dai
vostri sempai e sensei.
Perfino i migliori insegnanti che ho conosciuto
non erano mai soddisfatti dei propri kata, dicevano “Mada Mada” (non ancora,
non ancora), cercando continuamente di raffinare le proprie abilità. Uomini e
donne che erano Superbi praticanti della loro arte, eppure mai soddisfatti, e
questa insoddisfazione era ciò che permetteva loro di eccellere
Non mi sento
adeguato nelle mie abilità, ma ogni volta che pratico un kata cerco di
migliorarlo.. devo spostare il filo della lama un pelo più in alto o più in
basso? Sto usando troppo braccio destro in questo taglio, e non sufficiente sinistro?
Mi sto piegando troppo in avanti? Cerco di ricordare ciò che mi dicevano i miei
Maestri, e di lavorare sui loro consigli, ancora ed ancora ed ancora.
Infine,
ritornate sul vostro approccio mentale. Dovete sviluppare la capacità di auto
valutarvi, dovete capire e vedere chiaramente se state facendo le cose in modo
corretto. Dovete domare il vostro corpo ed il vostro ego cosicchè non si
pongano fra voi ed una sincera ed onesta autovalutazione.
Ricordate che
il secondo kata dell Takeuchi-ryu Kogusoku è chiamato “Sumashi Miru”, cioè “Vedere
Chiaramente”, ono Sensei una volta mi disse che non solo descriveva la tecnica
del kata (cioè guardare diritto al nemico e sfidare mentalmente la sua
aggressione) ma serve anche ad insegnare un importante Heiho (strategia militare) della scuola : Dovrete essere capaci di
leggere la situazione con chiarezza, senza i paraocchi dell’ego, della paura e
del dubbio.
Avanzando in
un Koryu dovrete avere ben chiaro cosa vi serve per migliorare il vostro
allenamento e lavorarci ad ogni sessione di pratica,
Un
insegnante può guidarvi sulla strada, ma non potrà portarvi fino alla fine,
egli è solo una guida che vi punta nella direzione corretta. Sta a voi
camminare su quel sentiero ed arrivare alla destinazione voi stessi.
Il lavoro duro, dovrete farlo da soli, come in qualunque altro aspetto della vita.
Il lavoro duro, dovrete farlo da soli, come in qualunque altro aspetto della vita.
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